Per sopportare l’isolamento imposto dal Covid-19, ma soprattutto per ingannare la mia fastidiosa ipocondria, attraverso le pagine di Balkan Express, mi tuffo nei Balcani e nel passato. Lo faccio in un anno particolare, il 1988, l’anno precedente la caduta del muro di Berlino. Lo faccio in un momento in cui, a Est si percepisce che la geografia come le abitudini di questi popoli stanno per cambiare in modo radicale.
E così, da Mostar a Sofia, da Paros a Yerevan, da Istanbul a Budapest a Praga, due ragazzi, il narratore e un americano, scelgono di fare una vacanza diversa e regalano ai lettori una galleria di schizzi immersi in una strana atmosfera: in parte impalpabile ed evanescente, in parte brutalmente reale, magica e allo stesso tempo ironica, come ispira una certa letteratura dell’Est.

Balkan Express – Il silenzio di Altri tempi
Riccardo Marchina
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