L’altro giorno, in macelleria, avevo più di 10 persone, in coda davanti a me. Vede Lidia, l’uomo è cacciatore. Io mi sento tale solo al sabato mattino, quando mia moglie mi manda a comprare. Tuttavia, in quell’affollamento, più che un asso della doppietta, mi sono sentito uno di quelli che aderiscono alle battute di massa. Mancava soltanto la guida con l’ombrellino. Ha presente quelle ragazzine alla prima esperienza di lavoro, che urlano con voci stridule “ora, andiamo a cercare il leone. Mi raccomando sparate solo al mio via”?

Vede Lidia, mi sono sentito proprio così, anche se non sono mai andato a caccia e mai ci andrò.  Io mangio la carne, ma solo quella già morta. Non premerei mai un grilletto, piuttosto rinuncerei alle proteine  del bovino adulto per scagliarmi sulle verdure. Le bestie le faccio uccidere dagli altri. Sono comunque complice. Vivo nella contraddizione… e a dire il vero, mi ci trovo pure bene.

Ma non è della caccia che volevo parlarle oggi, quanto piuttosto della gente che frequenta le macellerie. In una coda del genere, potrà immaginare che se ne sentono di tutte…. C’è chi fa l’elenco degli acciacchi e chi se la prende con il governo. In questi posti, non mancano mai quelli che riportano le previsioni del tempo. Magari le hanno sentite solo dal tabaccaio, appena a un isolato di distanza. Tuttavia, questi sentenziano come se avessero passato la notte a consultare la strumentazione dell’aeroporto Sandro Pertini.

Mi andava di comprare del bollito… Ne volevo un bel pezzo. Me lo immaginavo già dentro un bel bagnetto al verde… Ma poi, Lidia mi è passato l’appetito. Un tizio si è messo a raccontare che i ladri avevano tentato di entrare in casa sua. “La capisco. E’ sempre spiacevole”, ho osservato, tanto per dire qualcosa di sensato. Ma lui non aveva ancora finito. Ha iniziato a raccontare del suo mastino spagnolo. “Meno male che non ci sono riusciti, altrimenti, mi toccava raccogliere i loro pezzi”. Lidia, lo diceva contento. Era un uomo feroce e contento. Davanti a noi, il macellaio prendeva a coltellate tranci di bollito. Ho immaginato fossero pezzi di ladro, già disossati dal mastino spagnolo. Il tizio ci dava dentro con il suo racconto. Dalla bocca gli pendevano le bave. Probabilmente, capitava così anche al suo cane. E sa che cosa mi ha stupito, cara Lidia? Che la gente approvava soddisfatta. A me quella situazione suscitava soltanto orrore. Cara Lidia, non mi venga a parlare dell’intelligenza dell’uomo e del progresso. Mi sono visto carne da macello che acquistava carne già macellata.  Vede Lidia, il mio spirito è stato risucchiato in un mondo solo organico, fatto di odore di sangue, minzioni e frattaglie. Non riuscivo più a capire dove si trovasse il confine del bancone… Era meglio stare in vetrina tra centinaia di metri di salsiccia, o dall’altra parte in mezzo a quella gente che perdeva le bave dalla bocca, anelando la pulizia del mondo?

Alla fine, Lidia, il bollito l’ho comprato lo stesso. Non me la sono sentita di tirarmi indietro davanti a tutta quella folla assetata di sangue. Quell’omone avrebbe potuto azzannarmi un braccio. I padroni non tendono, col tempo, ad assomigliare ai propri segugi? Mi pareva di averlo letto da qualche parte. Potrebbe essere anche il contrario, ora non ricordo. Comunque sia, mia cara Lidia, le risparmio tutti i commenti degli altri avventori. Le dico solo che se li avessero sentiti quelli dell’Isis, se ne starebbero ben lontani dalla civile Europa. Ho chiesto anche un etto e mezzo di salsiccia, per nascondermi dentro. Ho pagato e me ne sono andato. Ma non ero indignato. Piuttosto mi sentivo in colpa. Appartengo a questa società e che altro ho fatto? Ho passato una buona fetta del mio sabato mattina insieme ai miei simili.