Nella vita capita di tutto. A me è successo pure di ordinare un dolce al ristorante solo per il suo nome. El brazo del gitano, in italiano il braccio dello zingaro. Mi trovavo a Valencia. L’ho fatto senza nemmeno sapere com’era fatto e che cosa conteneva, spinto dalla passione per il mondo rom. Ero comunque ben conscio che non si trattasse di una tradizione zingara, semmai di una trovata gagè, cioè di persone non rom, alla ricerca di definizioni esotiche.

El brazo del gitano” non è niente altro che un tronchetto di pan di spagna farcito. A me lo hanno servito con la cremadina, cioè la crema pasticcera.

Qui la poesia non sta nella cucina e nemmeno nei sapori.

Perché questo nome a un dolce molto comune, se vogliamo pure banale?

“Braccio dello zingaro” fa pensare a qualcosa di avventuroso, pericoloso, a una mano lesta, abile, magari tatuata.

Una prima leggenda sostiene che il nome sia dovuto al ripieno che rimane a vista, di colore scuro, come la pelle dei gitani di Iberia.

Altri mettono in relazione questo dolce ai calderai. Erano lavoratori itineranti, nella maggior parte dei casi gitani, che riparavano porta a porta pentole e padelle… I pasticceri, come ricompensa gli regalavano il tronchetto. Si muovevano e lavoravano un po’ come i camminanti, cioè gli zingari della Sicilia, su e giù per il nostro Meridione.

Una seconda versione della medesima leggenda sostiene che il biscotto esterno venisse addirittura elaborato con i materiali di scarto dei calderai… quindi dei gitani. Da qui il nome.

Infine, soprattutto nella provincia di Huesca, si dice che l’origine del tronchetto  risalga al Medioevo quando un monaco spagnolo importò in patria un dolce conosciuto in Egitto,  al quale inizialmente venne dato appunto il nome di “brazo egipciano”. Il nome si è poi evoluto ed è diventato “gitano”.

E’ curioso. Quest’ultima versione, che in Spagna è la più accreditata, è anche l’unica certamente falsa.

La parola “gitano” è sì l’evoluzione di “egiziano”. Nel Medioevo veniva sì utilizzata per definire il territorio di provenienza degli zingari e quindi per dare un’etichetta a questa etnia. Il riferimento non va però al paese delle Piramidi e del Nilo, ma a una regione dell’India chiamata Piccolo Egitto, che, come appurato antropologicamente, è la vera terra d’origine degli zingari.

Dubbio.

Ammesso che questo monaco medioevale sia realmente esistito, rientrava dall’India?

Se così fosse, allora il Brazo potrebbe rientrare tra i piatti della cucina rom.

Diversamente… questo monaco era forse un gran pallista?

Noi consoliamoci così: ecco la ricetta originale “El brazo del gitano”