L’altro giorno ho letto sul giornale della mostra di Tullio Garbari a Trento. Il fatto che, nel dipingere, volesse dimenticare tutto quel che conosceva per dare sfogo alla spontaneità, mi ha ricordato una delle lettere scritte a mia nonna sull’arte e sulla perfezione. Ve la propongo.
Monna Lisa, l’ultima compagna del salumiere
Sono stato io a disegnare la ballerina con i baffi alla stazione della metropolitana. E’ un’icona piccola, a matita leggera. Con un colpo di gomma, la mia pin-up può essere rimossa. Vede Lidia, volevo soltanto esprimere il mio dissenso verso le donne troppo patinate. Il problema è che non mi piace la perfezione. Il cinema e la moda la perseguono. Per me, non è altro che un viaggio verso la morte. Il punto, mia cara Lidia, è che un mondo perfetto non ha più uno scopo per esistere. Non faccia quella smorfia. Lo so cosa sta pensando… Ne sono consapevole anche io. Prima di trovare la perfezione questo globo di giri attorno al sole ne deve fare ancora parecchi… e che magari si spegnerà prima il sole.
Ma ci sono comunque nicchie, per le quali da esprimere c’è ancora poco. Non può dirmi di no. Le donne della moda sono una di queste. Ha ragione, il mio è un giudizio di parte. Lei lo sa bene che non potrei mai innamorarmi di un poster e che, nelle donne, ho prima di tutto apprezzato i difetti, almeno quelli più evidenti. Le eroine dei miei romanzi non sono esempi di bellezza… Ma sono amate. Gli uomini che hanno attorno, spesso le adulano proprio perché sono umane. Sono semplici, come tutti. Mesi fa, ho letto un libro. Parlava di una ragazza degli anni Cinquanta. Le premesse erano buone. Poteva essere un gran bel libro, ma la protagonista era miss perfezione e allora, mia cara Lidia, il castello è crollato subito. Le mie muse hanno gli occhi storti, l’alito pesante, i capelli bianchi, già da giovani. Ogni tanto vomitano, sbagliano, ammettono di non sapere tutto. Non le trova così più simili a lei? E quindi più umane? Dico lei per dire noi tutti, è ovvio.
Lei mi suggerisce che anche la chimica, la medicina e l’arte sono esempi di perfezione. Mi permetta di dissentire. La capisco, Lidia, lei è una donna d’altri tempi e dall’alto del suo cielo, vede le grandi conquiste degli ultimi due secoli. Ma questi settori hanno ancora tanto da perfezionare. Per fortuna.
Per l’arte, farei un discorso a parte. Non mi confonda la bravura di un pittore con la bellezza di un quadro. Prenda la Venere di Botticelli. E’ stato definito: “L’idea perfetta di bellezza femminile nell’arte”. La realizzazione è davvero sorprendente. Ma metta vicino la dea sulla conchiglia a una ragazza che sfila oggi al pret à porter… Il seno della Venere pare già un po’ cadente. L’addome pare dover esplodere nel giro di pochi anni. Le gambe, forse anche per la posizione potrebbero anche essere un po’ storte… a ics, come commentano le mamme in metropolitana, mentre accompagnano le figlie alla visita per una sospetta scogliosi. Sul viso ha ragione lei, Lidia, è davvero aggraziato. Tuttavia, guardando a fondo, non le pare un petto di pollo stilizzato? E’ il complesso, questa bellezza incompleta, la vera bellezza.
E la ragazza con l’orecchino di perla? Quella mi piace proprio. Si vede che è olandese… Le guance piene sono un inno alla birra. Quel volto che in divenire potrebbe essere ancora più tondo, mi fa pensare al burro del nord Europa, al luppolo della birra, ma quella poco gasata e molto gustosa. Quando mi capita di vedere la ragazza con l’orecchino di perla, penso ai suoi esami del sangue, al colesterolo alle stelle e alla gammagittì con valori da capogiro.
Guardi un po’, le scomodo anche Leonardo. La sua Monna Lisa pare una fotografia per quanto è perfetta. Ma la sua modella assomiglia all’ultima compagna del salumiere. E sa cosa si dice nella borgata? Che è talmente brutta che la prossima sarà un uomo.
Vede Lidia, lei mi ha fatto vagare troppo e ora non ricordo più quello che volevo dirle.